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Life Long Learning: nuovi modelli di apprendimento

Già nelle scuole primarie italiane oggi abbiamo nuovi modelli di apprendimento mirati a formare cittadini dotati di particolari abilità e competenze sociali, interpersonali e di gruppo fondamentali per sviluppare e mantenere un livello di cooperazione qualitativamente alto e ridurre le discriminazioni sin dalla più tenera età. Si pensi alla scuola senza zaino, diffusasi da oltre un decennio in Toscana, poi applicata in altre regioni, in cui in classe non esiste una cattedra, vi è un ampio spazio occupato da pochi tavoli, dove si svolgono tutte le attività in gruppo e in cui la condivisione e la collaborazione sono alla base, oppure al cooperative learning, secondo cui l’insegnante assume un ruolo di facilitatore ed organizzatore delle attività, creatore di un clima relazionale positivo in cui gli studenti possano trasformare ogni attività di apprendimento in un processo di problem solving di gruppo e ottenere risultati e obiettivi per i quali è fondamentale il contributo personale di tutti.

Per quanto riguarda la formazione per gli adulti, la scelta di un percorso di apprendimento deve essere sicuramente guidato dai propri interessi personali ma, data la vasta gamma di offerte oggi sul mercato, perché un percorso di formazione sia valido è necessario che abbia almeno queste caratteristiche: dei formatori/docenti che siano costantemente aggiornati; forniscano conoscenza e consapevolezza intorno alle Future Work Skills, le competenze necessarie per avere successo come lavoratori; offrano competenze e conoscenze adeguate a quelli che sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere  e stimolino percorsi nuovi e non ancora battuti con l’unico fine di garantire una vita qualitativamente gratificante e soddisfacente, così che possa essere smentita la nota citazione del fumettista Ashleigh Brilliant ”non so come essere felice. Non lo insegnano nella mia scuola”.

E.S.


“Talvolta le vecchie concezioni vengono allargate, elaborate e raffinate, ma non seriamente rivedute e tanto meno abbandonate. Si richiede un mutamento qualitativo oltre che quantitativo; cambiamento, non aggiunta.” 
John Dewey

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